La recente sentenza n. 3399/2024 della Corte di Cassazione ha delineato chiaramente i parametri entro cui può essere previsto un aumento progressivo del canone nelle locazioni ad uso commerciale.
Questa decisione riveste particolare importanza per i proprietari immobiliari, offrendo chiarezza su un aspetto cruciale dei contratti di locazione commerciale.
Il contesto legale
La libera determinazione convenzionale del canone locativo per gli immobili ad uso non abitativo è un principio fondamentale, tuttavia, è soggetto a specifiche regolamentazioni.
La sentenza in questione sottolinea l’importanza di ancorare qualsiasi aumento progressivo del canone ad “elementi predeterminati”, garantendo che tale incremento sia giustificato e non finalizzato a eludere normative specifiche.
La chiarezza della Corte
Secondo la Corte di Cassazione, l’aumento progressivo del canone deve essere collegato a fatti o accadimenti che influenzino in modo significativo l’equilibrio economico tra le parti del contratto.
Questa chiarezza impedisce l’abuso della clausola di aumento progressivo per scopi diversi dalla tutela degli interessi legittimi delle parti contraenti.
Implicazioni pratiche
Per i proprietari immobiliari, questa sentenza offre orientamento su come strutturare contratti di locazione ad uso commerciale in modo equo e conforme alla legge.
L’ancoraggio dell’aumento progressivo del canone a elementi predeterminati assicura la trasparenza e previene abusi da parte di una delle parti.
La sentenza dunque fornisce un importante chiarimento sulle condizioni in cui è legittimo prevedere un aumento progressivo del canone nelle locazioni ad uso commerciale. La decisione rafforza la certezza giuridica e promuove una maggiore equità nei contratti di locazione, beneficiando sia i proprietari immobiliari che gli affittuari commerciali.